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10 Maggio 2024 20:00 CUCCHIAIO DI LEGNO 2024

Risultati

ClubGoalsEsito
Gentleman13Vittoria
Draghi Di San Lazzaro5Sconfitta

PAGELLE

di Filippo Scotti

È bene ricordare che si chiamano Draghi, ma sono di San Lazzaro e non di San Giorgio. Che è come dire la differenza tra l’Impero Romano e il Sacro Romano Impero, se ti piace di più il secondo nulla di male ma sei quasi sicuramente di un’altra parrocchia (da intendersi in senso strettamente diocesano). Che i Draghi siano Storia è dimostrato in più modi: proprio durante la fase a gironi è stato fatto un sondaggio a campione nel piazzale e alla domanda “Quante volte pensi ai Draghi di San Giorgio?” il 100% degli intervistati ha risposto “Tutti i giorni”. Per non parlare di intere generazioni calcistiche cresciute con il poster di Don Severino in cameretta; chi aveva lo spazio, perché anche in scala 1:3 copre otto metri quadrati di parete. E ancora oggi quanti ragazzini entrando da The Lab si rivolgono con queste parole al Tommi Marchesi “Fammeli come i suoi” e procedono a mostrare un ritaglio sbiadito di foto che ritrae quelle magiche puntine ingellate. Altri tempi, altro calcio.

Insomma, se si parla di Draghi diffidare dalle imitazioni. D’altronde si sa, la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia la seconda come farsa. Quest’anno siamo a 3 gol fatti, 48 subiti, vostro onore non ho altro da aggiungere.

Ma ora che ho fatto i dovuti distinguo posso dire la verità: a me questi Draghi di San Lazzaro piacciono così. E se anche dovessero perdere tutte le prossime duecento partite ricordo che l’anno scorso ne hanno vinta una, la più importante, eliminando dal torneo una certa squadra formata da collaboratori scolastici tutti provenienti da una certa città, quella di cui parla spesso Cruciani. Non basta questo per la gratitudine eterna?

I Gentlemen invece sono la tradizione, la parrocchia vera, gente che gioca al torneo per il torneo, il calcio è solo un piacevole contorno. Giocano per farsi le maglie con le cravatte finte. Per rubare dodici volte lo striscione della piovra e usarlo per produrre video che hanno ispirato le successive campagne di comunicazione dell’Isis. Giocano per avere qualcosa su cui litigare, polemizzare e discutere per tutto l’anno successivo. Insomma i più accorti di voi avranno inteso, giocano per amore, ispirati unicamente dalla massima di Sant Agostino: ama, e fa ciò che vuoi.

Sul campo si presentano in una ventina, da soli fanno più del quadruplo del pubblico presente. Lo staff tecnico è di tutto rispetto: Baffo, in un completo alla vacanze in Costa Smeralda che pare gli sia stato consigliato da JC9 in persona, e tale, mi dicono, Micheli, che cattura la mia attenzione per una inconsueta fascia al braccio che mi ricorda qualcosa. Ma cosa? Poi sento dietro di me la voce del Meis: “La suggerirò per il ruolo di Kapo” e allora capisco, pure Micheli è di un’altra parrocchia (non la stessa di prima).

Nota a margine, si vocifera che alla partita dovesse presenziare anche il Generale Vannacci in persona, sin da bambino grande tifoso dei Gentleman, ma che sia stato bloccato da Angel proprio sulla porta dell’oratorio. Mancava l’approvazione della segreteria. Ubi maior…

Venendo al calcio giocato c’è poco, pochissimo da dire. I Gentleman, incitati da Micheli con frasi impronunciabili in una lingua che mi è parsa germanica, vanno all’attacco nella metà campo deu Draghi di San Lazzaro, che più che il pullman in porta hanno parcheggiato l’Apecar degli educatori di strada. Giovanni Mandelli, in arrivo da una diretta non stop di settantadue ore della camera biancorossa, dal titolo “Daniele Cacia, un eroe moderno?”, si fa trovare pronto quando possibile, ma Berti e Antenucci fanno quello che gli pare e mandano i compagni in porta con il pallone. Ben presto lo spettro di Reboli si fa sentire sul campetto e i Draghi non sono pronti per fare cinque contro cinque, figuriamoci uno contro undici. Si tenta allora di riscrivere la storia tattica del calcio con Sandalo punta centrale e Civardi e Mori sulla fascia. Mi piace pensare che in un altro universo questo sia il tridente del Real Madrid negli anni della tripletta Champions. Ma in questo basta Giorgione ultimo uomo per contenerli. Nel secondo tempo Draghi finalmente più cattivi ma gli unici squilli arrivano da Mantia e Rocco, mentre i Gentleman continuano  a tenere le distanze con il tridente dei senatori Ded, Corne e Celo. Da segnalare al minuto 112’ lo splendido intervento di Giovanni Mandelli che nega la trasformazione del rigore a Berti. Sugli spalti il pubblico di camera biancorossa è in delirio. Giovanni si leva la maglia e mostra la dedica a Darione Hubner. Bel gesto ma non basta.

OGIO: 6-, gioca un po’ poco ma fa il suo e segna anche. Quando c’è un accenno di rissa prova a fermarla. Male.

CELO: 7+ anche lui gioca ma segna una doppietta tutta di fisico.

DED: 7 il voto era otto per la tripletta ma prende un tunnel di suola che fa male all’orgoglio.

CORNE: 8 la sua presenza era in dubbio data l’impossibilità per le sue spalle di passare per le porte del campetto. Viene calato da un elicottero, gioca e fa tripletta.

CAMPA: 7 sicuro finchè serve tenere il risultato, poi prende qualche goal ma ormai è finita.

ANTE: 8 molto ordinato, i Draghi non ci capiscono niente con lui

BARTI: 8+ il più forte in campo, se non sto sbagliando il nome

TITO: non mi ricordo chi sei e mi dispiace. Ti meriti un 7+

ALE: 7+ molto fisico, riesce a bloccare le incursioni di Mantia più volte

GIORGIONE: 9 perché porta il nome di Giorgione Orto&Cucina. Tasso tecnico non stellare ma abbastanza preciso da poter dire la sua.

MICHELI: 7 e mezzo, l’estetica Norimberga va sempre di moda.

BAFFO: 5, mi promette di provocare la rissa nel secondo tempo ma non succede. Bella camicia.

MANDE D.: 7, occhialini alla Davids e caos in mezzo al campo. Mi piace.

CIVARDI: 6 e mezzo, come il collega Camastra l’età avanza ma è ancora lì, a rincorrere il pallone. Senza la motivazione di battere il Mau manca un po’ di cattiveria.

SENDAL: 5, peccato non ci sia con la testa e passeggi con il campo, altrimenti sarebbe l’attacante più forte d’italia nel calcio a cinque.

F. MORI: 7. Si vede che manca il fiato ma in questa partita si giocava tutto. E intendo proprio tutto, ha scommesso la casa sul 2. Peccato.

MANTIA: 9, ottimo fisioterapista specializzato nel recupero delle patologie del ginocchio. Ah e poi ha fatto tripletta preso qualche palo e rifilato qualche tunnel.

ROCCO: 8, migliore dei suoi dopo Mantia, soprattutto nel finale (alla fine arriva Rocco).

CAMASTRA: 6+, troppo nervoso, tira da qualsiasi posizione e spreca un po’. Ce lo ricordiamo più preciso ma l’età avanza.

MANDE G: 6 e mezzo, a mio giudizio fa un ottimo primo tempo, poi i fantasmi di Reboli incombono su di lui e nel secondo prende qualche gol forse evitabile.